Hollywood non riposa neanche da morta
Niente da fare: se sei stata una star di Hollywood, anche dalla tomba pretendono che tu continui a lavorare; nello specifico, che tu legga audiolibri.
È di questi giorni la notizia che la start-up ElevenLabs ha inserito, nella sua app di lettura Reader, la possibilità di ascoltare audiolibri e testi letti dalle voci iconiche del cinema hollywoodiano.
Pare che siano riusciti ad acquisire i diritti d’uso dai proprietari/eredi, così vantare le voci di Judy Garland, James Dean, Burt Reynolds e Sir Laurence Olivier.
Attualmente è possibile fruirne solo per la lingua inglese ma l’azienda si sta adoperando per renderle accessibili a contenuti in altre lingue al più presto.
Il responsabile di ElevenLabs, Dustin Blank, afferma:
"Rispettiamo profondamente la loro eredità e siamo onorati di avere le loro voci come parte della nostra piattaforma (…) L'aggiunta alla nostra crescente lista di narratori segna un importante passo avanti nella nostra missione di rendere i contenuti accessibili in qualsiasi lingua e voce".
Oltre al carattere commerciale della notizia, perché l'iniziativa mostra il potenziale dell'intelligenza artificiale per Hollywood, ma crea anche un precedente per la concessione di licenze e la collaborazione con le proprietà, chiama in causa anche il piano etico e valoriale per la possibilità di creare contenuti che, quelle voci, ma avrebbero detto o letto.
Le domande sull’uso delle voci AI quindi proseguono senza sosta in ogni settore (conosciamo già le vicende legate alla telefonata fake di Joe Biden, la lotta legale di Scarlett Johansson, Stephen Fry e tutti le altre persone dello spettacolo che si sono ritrovate con “cloni vocali”) e sai che per noi è argomento estremamente caro.
Ne abbiamo parlato anche in una live con l’Avvocato Vercellotti,; diretta aperta a tuttə, la cui registrazione è rimasta in academy.
Ricordiamoci anche che la questione dei diritti commerciali è diversa da paese a paese ma, secondo David Gunkell della Northern Illinois University, sebbene le voci non possano essere depositate, le vecchie registrazioni sono invece coperte da diritti e basare l’addestramento delle AI su queste diverrebbe dunque questione fumosa.
Nonostante tutto ElevenLabs dichiara la legale acquisizione dei diritti, dunque tutto a norma e milioni di ascoltatori felici di poter sentire storie raccontate dalle leggende di Holliwood; la stessa Liza Minnelli (figlia di Judy Garland) si è dichiara entusiasta di questa iniziativa.
Siamo di fronte alla consueta spaccatura dell’opinione a riguardo e a noi, spettatori oltreoceano, resta la sola possibilità di riunirci ad un tavolo e discutere insieme la reale situazione attuale. Se da un lato il perfezionamento delle voci AI è una risorsa per chi ne beneficia, dall’altro spaventa l’orizzonte delle truffe audio/video su social e dintorni, delle professioni della voce a rischio e di tutti quegli aspetti meno “puliti” che noi esseri umani siamo bravissimi a mostrare anche delle cose più positive.
Ancora una volta non è la tecnologia a doverci spaventare ma l’uso che ne fanno e ne faranno le persone.
Tu cosa ne pensi di questa notizia? Ti piacerebbe ascoltare un audiolibro narrato dalle nostre grandi voci del passato? Hai dubbi a riguardo dell’uso delle voci AI?
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Con la preziosa collaborazione di Naila Carlisi, insegnante di dizione per academy.
Fonte dell’articolo:
https://www.cnn.com/2024/07/03/tech/elevenlabs-ai-celebrity-voices/index.html
A me piacerebbe sentir declamare le voci di grandi star defunte solo per pezzi recitati effettivamente da loro, mentre non mi esalta per niente sentire brani pseudo letti da loro, perché fake. Inoltre, mi sembra corretto lasciare spazio ai nuovi emergenti.
A me sembra un’idea di cattivo gusto e mi stupisce anche che sia legale. Mi sembra una mancanza di rispetto nei confronti di queste persone, che pur essendo state delle “star”, non vuol dire che debbano essere tuttora “fruibili” e “utilizzabili” a nostro piacimento. Credo sia giusto regolamentare l’uso della loro voce, così come è già, se non sbaglio, l’uso della loro immagine.
E inoltre sì, sono d’accordo con Paola: largo alle voci attuali, alle voci nuove e, soprattutto, alle voci reali!