A quanto pare canticchiamo tutti, qui ;)
Tra una citazione musicale e l'altra, parliamo di etica formativa, di scelte, raduni, focaccia e le ultime produzioni fatte in Mettiamoci la Voce Voice Studio.
Sarà capitato anche a voi
Francesco Nardi
Sarà capitato anche a voi /
di avere una musica in testa /
Sentire una specie di orchestra /
suonare, suonare, suonare, suonare
Sono sicuro, sarà capitato anche a voi.
Sentire la voce di una persona e pensare: “c’è qualcosa sotto…”. Non occorre essere maghi della prosodia, o – forse peggio – aver studiato a fondo i Tratti soprasegmentali del linguaggio (il rischio di essere troppo convinti di sé è sempre dietro l’angolo e c’è sempre il rischio di prendere solenni quanto imbarazzanti cantonate).
“Questo non mi convince” non lo si sarà pensato solamente davanti a qualcuno che voleva venderci a tutti i costi qualcosa o premeva perché voleva farci credere una cosa di cui neppure lui era troppo convinto.
“C’è qualcosa sotto” davanti a lei che sprizzava gioia da ogni poro fingendo fosse tutto normale prima di accompagnarci verso una sorpresa che ci avrebbe lasciato a bocca aperta dalla felicità.
Suonare, suonare, suonare, suonare… Suoni di voci che vanno al di là del significato, per assumerne altri ben più profondi che arrivano dal cuore. Sfumature sonore che rendono più autentico il nostro comunicare.
Fin da prima di nascere ci arrivavano suoni… E dal giorno del nostro “zeresimo” compleanno ci siamo allenati e continuiamo ad allenarci – ogni giorno!!! – a tradurre questi suoni in idee, emozioni e sensazioni.
Sensazione come quella che mi ha suscitato il suono della voce di un’amica al telefono.
Ci eravamo messi d’accordo il giorno prima: ci sentiamo domani alle undici e mezza / mezzogiorno…
Senonché il giorno dopo mi chiama prima, verso le undici. Vedo il suo nome sullo schermo del cellulare che sta squillando e comprendo bene il suo anticipo: è evidente che non vedeva l’ora di sentirmi a causa del mio irresistibile fascino (si capisce che sto scherzando, sì?)
Parole convenevoli. Ciao, scusa, ti ho chiamato un po’ prima perché poi mi arriva tutto il parentame a pranzo… Ti disturbo, stavi facendo cose?
Il contenuto delle sue parole era informale, rispettoso e gentile.
Ma era il 30 dicembre 2023 (lo ricordo perché mi è rimasto impresso essendo l’antivigilia di Capodanno di quest’anno). Era da 23.303 giorni di seguito che mi stavo allenando, mia cara… Mi si può ingannare (certo, non sono perfetto!), ma non in quella occasione.
Sentivo infatti una profonda inquietudine in quella voce smarrita che mi stava parlando. Una voce che cercava di aggrapparsi ad un tono conforme alla quotidianità per mantenersi in equilibrio dopo una mazzata che – ne ero sempre più certo – aveva senz’altro subito.
La lascio parlare, non chiedo niente. Sento che non ce n’è bisogno: nuvole nere la sua voce. Gonfie di pioggia, così come di lacrime pronte ad emergere.
Sono sconvolta…
Ecco. La prima goccia.
Hai presente …***?
Avevo presente. Una persona che sapevo essere suo buon amico, me ne parlava di tanto in tanto.
Era in macchina con sua moglie e ha cominciato a dirle che non si sentiva bene… Per fortuna ha avuto l’accortezza, la lucidità o che ne so io di accostare e vabbè, te la faccio breve: ora è in terapia intensiva a San Martino (Ospedale di Genova, NdR).
Infarto.
(…)
Pubblico questo articolo sapendo che …*** si è ripreso e sta bene.
Posso quindi permettermi di riportare una mia riflessione sulla telefonata della mia amica per rimarcare – non diamolo mai per scontato – quanto la voce sia gravida delle nostre emozioni: paure, gioie, dubbi, esasperazioni, speranze… Anche quando ci vogliamo “dare un tono”.
Sono esperienze quotidiane che ognuno di noi vive, il più delle volte senza neppure accorgersene.
Facciamoci caso. L’ascolto è una palestra gratuita per tutti che consente una qualità della vita decisamente migliore.
Alleniamolo, l’ascolto.
E poi, come in questo caso, quando il pericolo è passato si può sempre cantare.
Zum zum zum zum zum /
Zum zum zum zum zum…
Che ne sai tu di un campo di grano…
In realtà non è che ami Battisti così tanto, ma leggendo l’articolo di Francy e pensando a ciò di cui avrei voluto scrivere, l’associazione musicale è stata immediata.
Oggi ti parlo di un concetto della mindfulness che sto applicando alla voce da qualche mese: la mente del principiante.
Se ci leggi da un po’ sai che sono in fase di recupero vocale per il canto dopo un fermo di quasi 7 anni. Riprendere dopo così tanto tempo ha generato una cascata di tappe che non avrei mai immaginato.
Prima tappa: è questa la mia voce?
So di dover rinforzare la muscolatura accessoria al sostegno del fiato e al posizionamento del suono, e parto subito con la vecchia -all’epoca consueta- routine di riscaldamento che mi mette di fronte all’evidenza di abitare un corpo più stanco e meno elastico di dieci anni fa.
Quello che non mi aspettavo è, al momento del canto, di sentir uscire una voce “non-mia”, una voce che non riconosco, che non ha gli stessi colori e gli stessi suoni che aveva un tempo.
Una voce diversa, che fatica ad arrivare dove deve e che, per farlo, prende nuovi sentieri risonanti che non avevo mai provato: ma davvero per fare un mi5 potevo farlo in quel modo lì? Perché prima ci mettevo tutto quel fiato? E dove sono finite le armoniche che conoscevo?
Traduzione per chi non canta: riesco a cantare molte delle canzoni che cantavo prima, arrivando alle stesse note, ma non solo i suoni che escono sono diversi da come erano prima: è che prima, i suoni che emetto oggi, non li avevo mai emessi.
Com’è possibile?
E qui parto col pippone, preparati.
A livello fisiologico è presto detto: il corpo vocale non è allenato come allora e si muove in maniera diversa per farmi raggiungere quelle note; mi dò tempo e recupererò quel che posso (la mia malattia incide anche sulla voce, te ne parlerò in Narratrice Nomade).
A livello emotivo…beh qui la partita è completamente diversa perché io sono una persona diversa da 7 anni fa, con un vissuto importante nel mezzo e una consapevolezza totalmente differente. E questo, in voce, si sente.
Anni fa la mia voce era condizionata dal mondo emotivo, prima inesplorato e poi esploso, e rispondeva a quello perché per me era l’unico modo di toccare le emozioni che mi vivevano dentro; oggi quelle emozioni le tocco con le mani, ne sono consapevole e la voce si è trasformata da strumento di sfogo a strumento di gioco e conoscenza.
Ma io, con la voce, non ho mai seriamente giocato prima d’oggi.
La usavo per tradurre, per esprimere, per connettermi con l’altra persona, poi è diventata termometro per capire come stessi a livello fisico e infine l’ho usata per raccontare storie. Il tutto con la serietà dell’indagine interiore, o la responsabilità del cantante/narratore, mai con la spensieratezza e la leggerezza del gioco, mai con la consapevolezza di poter sbagliare, di poter stonare, di poter suonare in maniera inusuale.
Ho cominciato a farlo lavorando al Circle Reading® senza quasi accorgermene e continuo ora, in questo percorso di ri-scoperta canora.
Ti sei mai scoperta/o auto-limitato da presunti standard, convinzioni o condizionamenti accademici?
E così, seppure non più sui palchi, non più nelle sale prova o prima di entrare a registrare, mi spoglio del dovere stilistico e abbraccio l’essenza del suono nella sua impurità, nella sua imprecisione, nel divertimento del gioco.
Scopro la libertà della voce.
Con stupore, come se la usassi per la prima volta; sento nelle ossa la gioia di scoprire se, come e in quanti modi posso arrivare a quella nota o in quel suono; e quando intendo suono intendo proprio…suono.
Per spiegarti meglio il concetto, ti lascio un video di Snow Raven.
Buon gioco ;)
Che è successo al Don?
Qualcuno potrebbe dire che le vie del Signore sono infinite ma, in effetti, è successo che La Risposta è in Cucina, uno degli ultimi podcast che abbiamo prodotto per Don Pierluigi Plata ha fatto un boom di ascolti su Youtube.
In pochi giorni gli episodi hanno fatto numeri davvero inusuali per un podcast con immagine fissa, tanto che ci siamo sentiti con il Don per un abbraccio virtuale!
Per noi è stata la seconda produzione come podcast-fiction ed è esattamente una delle nostre espressioni verticali, sulle quali stiamo lavorando perché il nostro Voice Studio sia sempre più unico nel suo genere ;)
Sul nostro sito abbiamo parlato poco tempo fa di radiodramma, e chi è in academy con noi sta per scoprire un po’ di nuovi corsi…particolarmente interessanti che Maria Grazia ha preparato sul macro-tema leggere/recitare.
Se vuoi iscriverti in academy, per tutto giugno lasciamo attiva la promozione di 3 mesi a 69€ perché ad agosto le lezioni live vanno in ferie ;)
Incontro del 15 giugno
Se hai frequentato/frequenti academy, dovresti aver ricevuto una mail (controlla lo spam!) per l’invito all’incontro di sabato 15 giugno a Genova.
Si tratta del primo di molti incontri che organizzaremo, ora che la nostra sede è operativa -seppur non ancora ultimata- e ci farà piacere offrire un pezzetto di focaccia a chi avrà voglia di partecipare alle varie iniziative in presenza che programmeremo durante l’anno.
Workshop & Co.
Dopo molte riflessioni, abbiamo rivisto l’organizzazione dei nostri workshop in sede.
Se le formazioni esterne, richieste da privati, scuole o enti, possono essere di natura intensiva, i workshop in presenza che offriremo saranno sempre e solo workshop di approfondimento per i nostri corsisti, aperti anche a chi abbia già una comprovata formazione/esperienza nella lettura ad alta voce.
Si tratta di una scelta etica mossa dal concreto valore pedagogico che attribuiamo alla formazione [non a caso abbiamo un pedagogista nel team😉] nonché dalla necessità di prendere una posizione rispetto alla formazione fast-food che vediamo proposta ad oggi nel nostro campo.
Non esistono le cinque regole, i dieci trucchi o la mezza giornata miracolosa che porta ad essere narratori di audiolibri o lettori ad alta voce: esistono le scelte artistiche-professionali che portano ad investire
tempo
risorse
impegno personale
quel giusto valore economico
alla formazione delle competenze che vogliamo acquisire a livello personale e professionale.
Per noi la lettura ad alta voce è l’arte del tempo, un tempo che segue il passo lento della relazione umana e della lievitazione naturale, e in quanto tale rifugge i concetti di vendita-facile del “tutto & subito”.
Noi siamo analogici, appassionati della costruzione armoniosa dello spazio sonoro del leggio e irrimediabilmente affezionati all’abitudine della forgiatura manuale delle competenze.
Certo, ci piacerebbe essere in Matrix e connettere due cavetti sulla nuca per imparare tutto quello che vogliamo alla velocità della luce ma finché le macchine non domineranno il mondo, ci piace pensare che chi si unisce a noi lo fa perché conserva il gusto di camminare a piedi nudi nell’erba, per ritrovare contatto con le storie che hanno messo le radici in noi e nel modo in cui facciamo voce.
E come disse Tolkien:
Tutto ciò che dobbiamo decidere, è cosa fare con il tempo che ci viene dato
Ultime produzioni
Questo mese c’è stato un gran fervore in studio; abbiamo lavorato al rifacimento di alcuni titoli, alla post-produzione di altri e abbiamo prodotto un titolo in uscita il 5 giugno per Einaudi.
Si tratta di “Primavera di bellezza” di Beppe Fenoglio, letto da Nicola Pannelli.
A tal proposito e senza alcun tipo di interesse da parte nostra (non è un link affiliato) che ne dici di provare Audible gratis per 60 giorni?
Potrebbe essere un ottimo modo per leggere in spiaggia senza doverti portare il libro ;)
Mille modi per fare voce
Vuoi diventare narratore/narratrice? Unisci ad Academy!
Ci trovi qui: https://www.mettiamocilavoce.it/academy/
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https://www.mettiamocilavoce.it/donare-la-voce-dove-e-come-farlo/
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Puoi inviare una mail a info@mettiamocilavoce.it e ti risponderà Valentina.
Baci & abbracci
Ci risentiamo tra qualche settimana con aggiornamenti sul progetto super top-secret11 e nuove chiacchiere davanti ad un caffè.
Buona voce a tutte/i! 💋
Valentina, Maria Grazia, Francesco e Sandro