L'emozione nella voce... 💫
L'intervista ad Emons Audiolibri, le emozioni della voce (nella voce, con la voce, eccetera...) e le fiabe che scaldano il cuore
La Voce e le Emozioni
Indubbiamente la voce è veicolo di emozioni, e il paraverbale con cui le manifesta appartiene, di fatto, ad una comunicazione universale che non conosce limiti geografici o linguistici.
Posto che la prosodia differisce da lingua a lingua, il suono delle emozioni nella nostra voce ci unisce come specie e rende possibile l’attivazione empatica nell’altro anche in caso di mancanza di traduzione letterale del contenuto.
Nel corso degli anni diverse ricerche hanno indagato la dimensione vocale e sonora delle emozioni, individuando la possibilità di distinguere specifici aspetti paralinguistici nelle modalità dell’eloquio, correlati alle emozioni base.
La velocità, l’intensità e l’altezza con cui suoniamo la voce traducono emozioni come la gioia, la rabbia, la pura o il disprezzo.
L’emozione viva crea nella voce crea un suono unico e irripetibile, poiché coinvolge in maniera sistemica l’intero organismo (inteso come corpo-mente) nel processo estemporaneo di una risposta emotiva; è impossibile provare una seconda volta con esattezza l’emozione vissuta in quell’occasione poiché, quell’occasione non è riproducibile nello stesso identico modo: l’abbiamo già vissuta e in ogni tentata riproduzione, quella vita mancherà della vibrazione dell’insapettato.
La voce quindi rivela le emozioni che proviamo e può riprodurre sonorità verosimili legati a quell’emozione in base alle nostre esperienze vocali, sonore ed emotive.
L’emozione vive nella voce, e fare voce ci emoziona.
Il tema di questa newsletter è proprio parlare delle emozioni legate al far voce, alla performance e all’espressione genuina di sé.
E se per emozione intendiamo anche la paura di far voce in pubblico, ti lasciamo una bellissima intervista fatta con Roberta Milanese esattamente un anno fa:
Se vuoi darci il tuo punto di vista puoi risponderci a questa mail (leggiamo tutto ciò che ci scrivi) oppure commentare, come preferisci :)
Ma chi me lo ha fatto fare?
Francesco Nardi
Sono tante le emozioni legate ad una lettura a voce alta.
E cambiano, nel tempo, le emozioni.
Come si cambia, cantava Fiorella Mannoia. Già, ma come?
Parlo me: ogni volta che mi appresto a metterci la voce, l’emozione che prevale è la paura. “Ma chi me lo ha fatto fare?”, “E se poi mi trema la voce?” (seguono, stesso tono, altri catastrofici timori).
Mi consola nell’ordine: 1) aver sviluppato nel tempo una tecnica che mi consentirà – forse – di governare la voce; 2) essere venuto a sapere negli anni che addirittura grandi oratori, nonché artisti vari, avevano/hanno lo stesso problema; 3) nel caso andasse male, posso sempre eclissarmi in un paesino sperduto dell’Amazzonia e far sparire così per sempre le mie tracce.
Non è solo questione di voler fare bella figura (sfido chiunque, masochisti esclusi). È che proprio mi chiedo – ogni volta – “Ma chi me lo ha fatto fare?”.
Poi, arriva il momento. Ormai è troppo tardi per darsi malati o per comunicare (per l’ennesima volta) che è appena morta mia nonna… Si va, si deve andare, ci si mette la voce.
Non so bene cosa succeda ogni volta mentre leggo a voce alta. Per certi aspetti è come se non fossi neanche lì. Di fatto, il mio compito è solo dare suono con la mia voce alle parole di un autore che si rivolge a persone che ascoltano.
La lettura può andare bene, può andare meno bene (dettagli), ma la soddisfazione più grande resta quando chi ha appena ascoltato al termine mi riporta la sua emozione (nonché, per la gioia dell’editore, quando arrivano a dire, segno che hanno apprezzato, “Me lo comprerò questo libro!”).
Sono condivisioni impossibili da riportare in una newsletter… Diciamo semplicemente che in questo caso il titolo di un articolo da domanda con relativo punto interrogativo può trasformarsi in risposta con un gran bel punto esclamativo.
“Ma chi me lo ha fatto fare?” …Questo me lo fa fare!
L’Emozione non ha voce…
Valentina Ferraro | La Musifavolista
…nel vero senso della parola.
Da bambina frequentavo una scuola media sperimentale in cui c’era molta musica e, ogni fine anno, si organizzava il consueto saggio di fine anno; per diversi motivi il mio rapporto con il pianoforte non era dei migliori, e finii per essere invitata a cantare “My heart will go on” anziché suonare.
Tutto molto bello, forse un po’ difficile la canzone…non fosse stato per il fatto che, da ragazzina leggermente bullizzata, la sola idea di cantare davanti a tutti quanti mi terrorizzava. Letteralmente. Così, a meno di una settimana dal saggio, nonostante la gran voglia viva di cantare (storicamente mia necessità emotiva per “buttare fuori”) divenni totalmente afona. Ma proprio afona-afona, eh? Che non mi usciva un suono di bocca!
Quella fu solo la prima delle diverse volte in cui, per X attivazioni, l’emotività mi mise così tanto sulla difensiva da mutarmi. Succede tuttora: quando so di essere ripresa, ad esempio, la mia voce si fa piccola piccola, la gola si contrae, la laringe si alza e io vado in fatica vocale (si capisce che non amo essere ripresa?).
Anche sul palco “funziono” solo se sono con persone che amo e che mi fanno sentire protetta: per me fare voce è (anche) espormi con le mie fragilità, le mie paure e le mie sensibilità. Se non mi sento al sicuro emotivamente, vado in tensione perché sento di dovermi proteggere.
La domanda sarebbe da cosa doversi difendere, ma la voce funziona con il resto del corpo, in allineamento con la mente e il respiro, in linea con la risposta fisiologica allo stress.
Ciò che ci vive dentro, consuona nella voce; così anche la gioia, la felicità, la paura e tutto ciò che proviamo quando facciamo voce, vibrano in maniera del tutto naturale nel nostro respiro e nella nostra prosodia.
Con la lettura ad alta voce ho vissuto un vero e proprio click interiore.
Perché lì, sul palco con me o tra me e chi ascolta, non c’è la mia nudità esposta bensì una storia che ci connette, con fili di suoni e silenzi, e quella storia diventa il mio sentirmi al sicuro, così come -credo- quello di chi ascolta.
Leggere ad alta voce è diventato il mio modo di suonare la voce nelle melodie del narrato e delle intenzioni del testo; e ho scoperto quanta vita vibra nel parlato, quanto prezioso paraverbale c’è nel modo in cui ci esprimiamo.
Ho imparato e sto imparando ad ascoltare sempre più approfonditamente la voce di chi mi parla, facendomi guidare dalle orecchie piuttosto che dagli occhi o dal raziocinio, perché in quella voce c’è l’emozione dell’altra/o, c’è il bisogno vivo, c’è l’anima che vibra e che vuole essere ascoltata.
Così l’emozione ci connette nella voce, secondo me, attraverso quelle preziose orecchie che ogni tanto andrebbero coccolate un po’ di più.
Conosciamo Emons Audiolibri
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Carla Fiorentino e Paolo Girella che, a camere spente si sono intrattenuti con noi a parlare di audiolibri & dintorni.
Ecco parte del backstage.
Nella vostra esperienza, la popolarità del podcast ha effettivamente trainato l’audiolibro, come da dati Nielsen?
Secondo la nostra esperienza ci sono due livelli: il podcast che parla dell’autore, come nel caso della nostra produzione di Chez Proust di Ilaria Gaspari, realizzato a seguito della produzione de La Recherche che presenta la bellezza del libro e quindi agisce in armonia, e il podcast in quanto podcast fine a sé stesso.
La nostra volontà era quella di incrociare le due comunicazioni ma rimangono due prodotti separati.È sicuramente più facile che un ascoltatore di audiolibri diventi un ascoltatore di podcast piuttosto che il contrario, perché il tipo di attenzione che si dà al podcast è diversa dal tipo di attenzione che si dà ad un audiolibro. Parliamo di un diverso tipo di “responsabilità” nell’ascolto; ascoltare grandi romanzi mette in gioco un tipo di attenzione diverso rispetto all’ascolto di un podcast che ha, solitamente, episodi brevi.
Anche la gratuità, secondo noi, fa la differenza nel tipo di attenzione che dedichiamo al prodotto arrivato alle nostre orecchie da un abbonamento o da un acquisto; in quest’ottica il produttore di podcast ha il grande compito di dover costruire un prodotto interessante perché il tasso di abbandono di un prodotto gratuito è sicuramente più alto rispetto a quello di un prodotto a pagamento.
Abbiamo chiacchierato poi dei criteri di selezione delle voci, dei requisiti indispensabili del narratore di audiolibri e delle figure professionali della voce che collaborano con le produzioni.
Questa parte dell’intervista, che è decisamente più specifica e più interessante per gli addetti ai lavori, uscirà nel circuito di newsletter interno delle nostre academy.
Qui, invece, l’episodio con la nostra chiacchierata:
Prossimi appuntamenti
Ci siamo quasi!
Il 26 novembre ci sarà il primo workshop nella nuova sede ✨
Regala una Fiaba letta da te sarà il primo laboratorio di lettura espressiva della fiaba con registrazione annessa che organizzeremo in presenza, ed è quasi in sold out, dunque non vediamo l’ora sia domenica!
L’idea di questo laboratorio ci è venuta parlando di quanto spesso capita di scordare la voce delle persone che abbiamo amato e di quanto sarebbe bello poterle riascoltare, magari nelle fiabe che ci leggevano quando eravamo piccoli.
L’argomento della memoria della voce ci ha ispirato così tanto che ne abbiamo fatto un episodio!
E questo è diventato lo spirito con cui abbiamo preparato i due laboratori che seguono: dare la possibilità di registrare una lettura da regalare, con l’idea che sia e rimanga per sempre un bellissimo ricordo sonoro.
P.S. se vuoi raggiungerci a Genova c’è ancora un posticino ;)
Per tutte le persone che ci hanno scritto chiedendoci se l’evento fosse solo in presenza abbiamo organizzato una versione digitale online per il 9 di dicembre con annessa regia a registrazione a distanza :)
Quindi se vuoi iscriverti siamo super in tempo e puoi frequentare comodamente da casa!
Voice Content Creator Academy
Qui i webinar proseguono alla grande!
Il prossimo appuntamento è giovedì 23 novembre alle 16:00 con Marvi Santamaria e la sua Instagram Strategy, e in dicembre avremo webinar su editing, immagine personale e branded podcast (indovina con chi…?!?)
Il webinar è super gratuito quindi puoi iscriverti direttamente da questo pulsante:
e per i prossimi eventi puoi seguirci sui social oppure iscriverti direttamente a Voice Content Creator Academy (anche perché fino al 26 novembre ti viene solo 9€ al mese!)
Chi Siamo
Progetto di formazione continua su voce, lettura espressiva, public speaking, audiolibri, podcast, narrazioni audio e comunicazione attraverso le academy:
Da noi trovi corsi on-demand, lezioni in streaming, corsi in presenza, laboratori di Circle Reading®, workshop, percorsi didattici per scuole e università, masterclass;
ci occupiamo di divulgazione attraverso articoli, speech, podcast, eventi, newsletter e magazine.
Ci trovi su: mettiamocilavoce.it
Lavoriamo con narratori di audiolibri, podcaster, speaker, attori, relatori, creator, insegnanti, donatori di voce, formatori, musicisti, podcast producer, cantanti, giornalisti, commerciali, operatori olistici, professionisti della relazione d’aiuto, ricercatori, liberi professionisti, academy, scuole, studi di registrazione, agenzie di comunicazione, festival, biblioteche...
Il team di Mettiamoci la Voce è composto da:
🎙 Maria Grazia Tirasso; regista, autrice, docente teatrale, responsabile della didattica sulla lettura espressiva.
🎙 Francesco Nardi; musicista, attore, autore, filosofo dell’educazione, si occupa di musicalità della voce parlata.
🎙 Sandro Ghini; CTO, founder, consulente strategico di comunicazione digitale, professore di podcasting e narrazioni audio presso UniGe.
🎙 Valentina Ferraro; audiobook, voice & narration coach, narratrice indipendente, formatrice e facilitatrice di Circle Reading®.
Mettiamoci la Voce® è un progetto a cura di Sandro Ghini.